Perché La Fed E’ Disposta A Rischiare Una Bolla Speculativa

Mentre gli investitori “toro” stanno ancora festeggiando i nuovi record di chiusura per i titoli statunitensi all’inizio di questa settimana, una preoccupazione persistente è che potremmo trovarci nel mezzo di una massiccia bolla speculativa creata proprio dalla Federal Reserve, attraverso la sua politica di quantitative easing (QE) che ha spinto i tassi di interesse fino ai minimi storici.

Perché La Fed E’ Disposta A Rischiare Una Bolla Speculativa

La stessa Fed sta oggi esprimendo qualche scrupolo su questa politica. “Alcuni investitori hanno osservato che alcune politiche governative, nella misura in cui queste implicavano tassi di interesse più bassi per periodi di tempo più lunghi, potrebbero portare ad un maggiore rischio di stabilità finanziaria”, secondo quanto risulta dal verbale del Federal Open Market Committee (FOMC) nel meeting dello scorso Marzo.

Perché La Fed E' Disposta A Rischiare Una Bolla Speculativa

“Ci sono ragioni per temere le conseguenze economiche di tassi molto bassi”, ha avvertito l’ex Segretario al Tesoro degli Stati Uniti Lawrence Summers in una recente conferenza. “Questi includono una maggiore propensione a bolle speculative e “incentivi ad aumentare in modo sostanziale la leva finanziaria, ha aggiunto Tobias Adrian, direttore del dipartimento Monetary and Capital Markets presso il Fondo Monetario internazionale (FMI), che ha espresso un’opinione simile in una conferenza della Fed a Boston nel 2018.

“Le facili condizioni finanziarie oggi rappresentano delle buone notizie per i rischi al ribasso a breve termine, ma rappresentano invece cattive notizie nel medio termine “, ha ribadito lo stesso Adrian.

Le indicazioni seguenti riassumono le recenti dichiarazioni pubbliche fatte dal Presidente della Fed Jerome Powell su questi argomenti.

  • Le ultime due espansioni economiche degli Stati Uniti si sono concluse con bolle speculative, non con l’inflazione.
  • Queste riguardavano la bolla delle “dotcom” e la bolla immobiliare.
  • La Fed, oggi, non vede un alto rischio di instabilità finanziaria.
  • I requisiti patrimoniali bancari e gli stress test mantengono il sistema al sicuro.

Cosa Significa Per Gli Investitori

Per combattere la crisi finanziaria del 2008 e far uscire l’economia dalla recessione, la Fed ha intrapreso una politica senza precedenti di quantitative easing (QE) che ha portato i tassi di interesse reali ai minimi storici, sostenendo i prezzi delle attività finanziarie.

Il mercato orso del 2007-2009 ha fatto scendere l’indice S&P 500 del 50,9%. In precedenza, lo scoppio della bolla delle dotcom ha comportato un calo del S&P 500 del 44,7% tra il 2000 e il 2002, mentre il Nasdaq Composite Index (l’indice più “pesante” per il settore tech), è crollato del 76,8% (leggi anche Come Affrontare una Bolla Tecnologica).

Gli obiettivi principali della Fed in questo momento, in base alle sue dichiarazioni pubbliche, sono di mantenere l’economia in espansione al massimo dell’occupazione, mantenendo al contempo l’inflazione sotto controllo, ad un tasso di incremento annuale non superiore al 2%. Alcuni osservatori ritengono che la recente svolta accomodante della Fed, che annuncia una pausa negli aumenti dei tassi d’interesse, sia in parte il risultato del jawboning del presidente Trump (ovvero una sorta di controllo esercitato con intimidazioni e minacce sui vari elementi di un mercato, come per esempio prezzi e salari), che si è lamentato che gli aumenti dei tassi stavano causando danni inutili all’economia e al mercato.

“Vedo alcuni parallelismi tra il periodo 1995-96 e quello in cui ci troviamo attualmente”, ha detto a proposito David Stockton, ex direttore della Divisione di Ricerca e Statistica presso la Fed. Si prevede che la banca centrale americana mantenga i tassi stabili, anche se c’è il rischio che l’inflazione possa far cambiare loro idea (leggi anche Come Investire in Un Mercato Volatile).

Tra gli svantaggi di una moneta debole e un basso tasso di interesse è che gli investitori cercano disperatamente di aumentare i rendimenti e a cercare opzioni d’investimento sempre più rischiose. Tra coloro che non sono d’accordo sul fatto che il rischio sistemico sia aumentato è il leggendario gestore di fondi Bill Miller. In una recente lettera ai clienti, sostiene che il mercato è ancora attanagliato da eccessivi timori generati dalla crisi del 2008 e che il “rischio reale” è molto più basso del “rischio percepito”.

“I rischi di stabilità finanziaria potrebbero essere affrontati attraverso l’uso appropriato di strumenti di politica macroprudenziale anticiclica o altri strumenti di vigilanza o di regolamentazione”, secondo la Federal Open Market Committee. In effetti, è probabile che la Fed invertirà di nuovo la rotta e aumenterà i tassi se l’economia o i mercati cominceranno a mostrare segni di eccessiva instabilità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *