Le 5 Regole Per Investire In Azioni

Se siete dei convinti sostenitori delle teorie d’investimento di Benjamin Graham, allora questo è l’articolo che fa per voi. Oggi infatti andremo ad analizzare alcuni criteri per la ricerca delle migliori azioni su cui investire nel mercato azionario. Nello specifico, vedremo i cinque criteri fondamentali che ci possono aiutare ad individuare a scegliere un titolo azionario su cui investire, secondo la migliore tradizione del “Value Investment” tanto cara a Graham. Senza dilungarci ulteriormente, le 5 regole d’oro da seguire per investire in azioni sono:

  1. trovare aziende che hanno un track record lungo, preferibilmente su 7/12 anni, con l’aumento degli utili;
  2. trovare quelle società che abbiano aumentato i propri dividendi almeno cinque volte negli ultimi 12 anni;
  3. cercare aziende che fanno sponsorizzazioni istituzionali a degli eventi. Infatti, se le aziende fanno molte sponsorizzazioni ad eventi significa che sono dei “top-player” nel loro business e che possono aumentare gli utili anche attirando i clienti partecipanti a tali eventi;
  4. trovare aziende che abbiano un flottante sufficiente. Con questo termine si indica il numero di azioni circolanti, emesse da una società, non rappresentative della parte di capitale che costituisce partecipazione di controllo (chiamata “zoccolo duro” o quota dei cassettisti), disponibili per la negoziazione in Borsa. Non bisognerà guardare particolarmente alla capitalizzazione, sia che si tratti di large cap, mid cap o small cap. Non c’è mai voglia di prendere un appuntamento preciso per comprare o vendere;
  5. trovare aziende che hanno pagato dividendi ininterrottamente per almeno 25 anni (titoli aristocratici) e con un rating S&P pari a B + o superiore. Vedi 5 titoli aristocratici su cui investire



Le aziende sopra citate hanno tutte una cosa in comune: sanno come mettere in luce i loro prodotti agli occhi dei consumatori in modo che questi acquisteranno i loro beni e/o servizi, con conseguente aumento dei guadagni. Se si adottano rigidamente questi cinque criteri, il numero di società quotate tra le quali scegliere si ridurrà drasticamente. Ma cosa succede nel caso di società che non distribuiscono dividendi? Sono ugualmente solide? La Apple, che in genere non paga un dividendo, ha forti guadagni e utili sempre in aumento. Ma non soddisfa le regole sopra citate perché il valore reale di una società (tale da garantire un rendimento all’investitore) su cui investire è dato dalla distribuzione dei dividendi in contanti. Attenzione: in contanti non nelle altre forme. Quando una società paga un dividendo in contanti per un periodo di tempo prolungato, significa che essa può sviluppare un modello di alto e basso rendimento dei dividendi.

Altra domanda: e se ci sono società che soddisfano solo alcuni dei cinque criteri? Se una società rispetta solo tre dei cinque criteri, potrebbe rappresentare lo stesso un’ottima scelta. In genere, l’unico criterio che potrebbe escludere una società dalle scelte d’investimento è quello di non avere un flusso ininterrotto di dividendi e che il rating della società scenda sotto il B+ (S&P).

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