Investire In Conti Deposito: Costi e Tassi

Come molti di voi già sapranno, i conti deposito sono dei prodotti finanziari molto simili ai conti correnti bancari, ma con funzioni limitate: offrono interessi maggiori rispetto a questi ultimi e spesso (ma non sempre) non hanno costi di gestione e mantenimento. I conti deposito offerti da banche italiane sono protetti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, che protegge gli investitori fino € 100.000.

Oggi investire in conti deposito può rappresentare un’opportunità interessante per chi ha liquidità in eccesso rispetto alle proprie esigenze e vuole “parcheggiarla” in strumenti dal rischio quasi pari a zero e che possono garantire un buon rendimento. Esistono due tipi di conti deposito. In quelli liberi sarà sempre possibile prelevare denaro, mentre in quelli vincolati se si preleva denaro prima della scadenza l’investitore sarà tenuto a pagare una penale o riceverà interessi ridotti. I conti deposito vincolati offrono interessi maggiori rispetto a quelli liberi e crescono al crescere del vincolo.

Nella scelta del conto deposito più adatto alle proprie esigenze, un fattore importante da tenere in considerazione è sicuramente il Taeg, che contiene tutte le informazioni necessarie a valutare e comparare il contratto con gli altri offerti dal mercato, tra cui i costi legati al conto. Il Taeg è il tasso annuo effettivo netto e, a sua volta, comprende i seguenti parametri: il Tan, che è il tasso annuo nominale solitamente utilizzato per pubblicizzare il conto; tutte le spese accessorie, come quelle di ingresso, mantenimento, liquidazione, quelle per la produzione e l’invio di documentazione varia; le ritenute fiscali e l’imposta di bollo; i tassi civetta (cioè quelli che di solito vengono offerti nei periodi di promozione e che risultano particolarmente allettanti, salvo poi abbassarsi anche di molto quando le condizioni del contratto si “normalizzeranno”); il tipo di capitalizzazione degli interessi. Questi ultimi sono quegli interessi che vengono versati sul conto in anticipo, in itinere o posticipatamente.

Nel primo e nel secondo caso, vengono reinvestiti. E questo renderà, a parità delle altre condizioni, il Taeg più elevato. La liquidazione in itinere viene offerta per i conti deposito non vincolati, e vuol dire che gli interessi vengono versati sul conto alla scadenza di periodi prestabiliti e a loro volta maturano altri interessi.

Liquidazione anticipata e posticipata riguardano invece i conti deposito vincolati.

  • La liquidazione anticipata viene di solito offerta per vicoli brevi e per contratti in cui i tassi non sono particolarmente alti. E’ preferibile nei casi in cui si pensa di poter avere bisogno della somma investita, o di parte di essa, prima della scadenza del vincolo.
  • La liquidazione posticipata viene di solito offerta per vincoli più lunghi, e spesso è caratterizzata da tassi di interesse più alti. Preferibile quando si è certi di poter lasciare la somma investita per tutto il tempo stabilito dal vincolo.

Investire In Conti Deposito: Costi e Tassi

 

Investire In Conti Deposito: Costi e Tassi

In ogni caso, le spese che possono incidere su un Conto Deposito sono:

  • Penali per svincolo anticipato – Nel caso in cui il conto offra l’opportunità di aderire a opzioni di vincolo, generalmente sono previste delle penali per lo svincolo del deposito prima della scadenza. Spesso queste consistono semplicemente nella rinuncia agli interessi (anche se a volte questi ultimi vengono riconosciuti in ogni caso). Tuttavia, vi consiglio sempre di leggere attentamente le clausole contrattuali che definiscono le penali in caso di svincolo anticipato.
  • Spese di tenuta conto – Generalmente non previste per i Certificati di Deposito. Si tratta di canoni mensili/annuali o costi di mantenimento che possono essere richiesti oltre al bollo e devono essere sostenuti semplicemente per la disponibilità del conto deposito, indipendentemente da quale uso se ne fa.
  • Spese di apertura conto – Di solito, pari a zero per i CD.
  • Spese di chiusura conto – Generalmente, sono sempre state nulle su questi prodotti, ma ora non sono più ammesse per legge.
  • Spese di produzione del rendiconto – Sono delle commissioni che la banca applica ogni volta che invia un rendiconto (o estratto conto), a seconda della periodicità e del canale di comunicazione stabiliti nel contratto. Di solito, questi rendiconti vengono spediti via mail e non prevedono alcun costo di spedizione.
  • Spese per versamento – Generalmente nulle per i Certificati di Deposito.
  • Spese per prelevamento – Solitamente non previsti per i CD.
  • Imposta di bollo sull’estratto conto – Attualmente, è pari allo 0,20% delle somme depositate. In alcuni casi è la banca a farsi carico dell’imposta, che conseguentemente non viene addebitata al cliente.

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