Come Gestire il Proprio Portafoglio Azionario Nel Post Referendum

Il risultato del referendum di ieri ha bocciato inesorabilmente la riforma voluta dal governo Renzi, con i “No” che hanno raggiunto quasi il 60% dei votanti. Il risultato elettorale ha provocato anche le dimissioni del premier, come aveva precedentemente affermato in caso di esito negativo della consultazione. Inizialmente i mercati avevano reagito male alla notizia, che aveva provocato anche una leggera salita dello spread. Ma come il Brexit, la situazione è cambiata in breve tempo e sia le borse che lo spread hanno recuperato ampiamente. Nonostante ciò molti investitori temono che il periodo d’incertezza post referendum possa influenzare negativamente il loro portafoglio azionario. A questo proposito, vediamo ora qualche consiglio utile per gestirlo in questa delicata fase di transizione non solo istituzionale, ma anche economica.

referendumInnanzitutto, gli esperti consigliano di mantenere la calma e non farsi prendere dall’emotività che spesso contraddistingue queste fasi. Bisogna quindi osservare attentamente gli sviluppi della crisi di Governo ed essere pronti ad agire di conseguenza. Questa fase di “stallo”, tuttavia, deve essere “proattiva”. Nel senso che bisogna monitorare attentamente non solo l’evoluzione politica, ma anche i prossimi eventi economici che potrebbero influenzare l’economia europea: ad esempio, la riunione della BCE (8 Dicembre prossimo) e l’andamento dell’aumento di capitale di Mps che, bene o male, avrà un alto valore “segnaletico” per l’intero settore bancario italiano. Se esso andrà bene, la pressione sul settore finanziario potrebbe finire; altrimenti, la speculazione tornerebbe di nuovo in auge. E questo provocherebbe effetti inesorabili su quasi tutti i listini di borsa europei. Ad ogni modo, il risultato del referendum era già stato ampiamente anticipato dai mercati. Molti investitori internazionali erano già coperti tramite posizioni short contro questo tipo di movimenti. Ed è anche per questo che oggi i listini hanno recuperato molto in fretta.

Euro/Dollaro

Subito dopo la divulgazione del risultato referendario, l’Euro ha perso un pò di valore toccando il minimo di 1,0509. Ma, come il mercato azionario, si è trattato di un fuoco di paglia, tornando a valori pre referendum. Nel mercato forex l’Euro è in netto recupero nei confronti del Dollaro, dopo aver toccato nella notte i minimi dal 2003 a quota 1,05. La moneta unica è indicata a 1,073 dollari da 1,0669 venerdì in chiusura. Un euro vale anche 122,51 yen (121,13), mentre il rapporto dollaro/yen è a 114,12 (113,53). Al di là della reazione di brevissimo periodo (positive), quali invece le prospettive sul medio? Alcuni analisti prevedono che sia molto probabile vedere una parità EUR/USD, anche perché sarebbe la più diretta conseguenza del differenziale di crescita e inflazione tra Europa e Stati Uniti. E il periodo d’incertezza che scaturisce dalle dimissioni di Renzi potrebbe accelerare l’evento, anche per limitare l’impatto del voto sui titoli di Stato o che la Bce ampli il Quantitative Easing, evento che avrebbe un effetto deflattivo sulla moneta unica.

Possibili Scenari

Secondo gli analisti di Lyxor, il risultato post referendario dovrebbe portare nel medio periodo ad un calo dei corsi azionari a Piazza Affari del 10%. In particolare, i titoli bancari dovrebbero essere quelli a perdere di più. Anche se si tratta di uno scenario piuttosto pessimistico, gli esperti consigliano di agire con molta cautela e sempre diversificando tra le asset class. Ad ogni modo, questo periodo potrebbe essere il più propizio per investire in alcune società, come quelli “esportatrici” verso gli Stati Uniti. In questo modo si può anche beneficiare del calo dell’Euro. Fate invece attenzione al settore finanziario. Titoli bancari a parte (soprattutto quelli italiani (il loro rapporto tra prezzo e patrimonio netto è sotto 0,4), in questo momento è sempre rischioso sperare di comprare, perché si pensa che più in giù i titoli non possano andare!

Per quanto riguarda i titoli di Stato italiani e, più in generale, dei Paesi periferici dell’Europa, è ancora ben aperto l’ombrello protettivo della Bce. Tanto che oggi il differenziale “tiene”. Anzi, gli esperti ne ipotizzano l’allargamento. Per quanto riguarda lo spread, alcuni esperti ipotizzano che potrebbe raggiungere nel giro di qualche mese i 200 punti base.

fonte: Il Sole 24 Ore

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