10 Cose Da Sapere Sui Titoli di Stato

Qualche anno fa il Ministero dell’Economia e delle Finanze rese pubblico un documento contenente alcune informazioni utili per gli investitori e riguardanti la trasparenza per il collocamento presso il pubblico dei titoli di Stato, ovvero BOT, CTZ, CCT e BTP (Buoni del Tesoro Poliennali). Si trattava in pratica di un “decalogo” che gli intermediari finanziari (broker) sono tenuti a rispettare con i clienti che sottoscrivono o acquistano i titoli del debito pubblico, che ogni investitore dovrebbe conoscere nel dettaglio anche per capire se il proprio broker si stia comportando correttamente o meno. Vediamo le 10 cose da sapere per investire in titoli di stato.

10 cose da sapere sui titoli di stato

Titoli di Stato: Cosa Sapere

1. Spese di Gestione

Per spese di gestione s’intendono quelle che il cliente paga per la gestione ed amministrazione del deposito bancario in cui detiene i titoli di Stato e che non possono superare i 10 Euro a semestre. Tale cifra è da intendersi come un “tetto” massimo e non di una cifra fissa: quindi, è possibile che il broker proponga spese più basse. Questo limite è valido a prescindere dalla quantità, dalla data di scadenza e dalla tipologia dei titoli di Stato in questione, ma non è valido se il deposito riguarda titoli diversi dai titoli di Stato. L’indicazione del livello di spese semestrali applicato deve essere inoltre reso noto adeguatamente dalla propria banca o dell’intermediario finanziario (broker) e deve comparire nelle comunicazioni periodiche che la clientela riceve via posta.

2. Titoli In Scadenza

Il broker ha il dovere di informare il cliente con largo anticipo dell’imminente scadenza del titolo e del termine entro il quale bisognerà prenotare per reinvestire in titoli di Stato.

3. Aste

In banca, nello studio o il sito web del vostro intermediario, dovete trovare esposte e ben visibili le date in cui si svolgono le aste delle diverse tipologie di titoli di Stato e, soprattutto, le date entro le quali è possibile prenotarsi per sottoscriverli.

4. Giorni Valuta

Per i titoli di Stato come CCT e BTP gli accrediti delle somme relative alle cedole devono essere effettuati con la stessa valuta riportata dal decreto di emissione per i relativi pagamenti. Stesso discorso per il rimborso del capitale di un titolo scaduto. Se ad esempio un BTP scade il 15 marzo 2019, l’importo rimborsato deve essere accreditato sul conto del cliente obbligatoriamente con valuta 15/03/2019, non un giorno dopo.

5. Prezzo Bot

Il prezzo a cui sottoscrivete il BOT è sempre quello “medio ponderato”, ossia quello risultante dall’asta. Questo prezzo dovrà necessariamente essere “pubblicizzato” dagli intermediari nei locali aperti al pubblico e gli avvisi devono essere costantemente aggiornati, contenendo anche l’indicazione del tasso del rendimento lordo a scadenza.

6. Commissioni sui Bot

Quando si sottoscrive un BOT ricordate che non esistono commissioni fisse per la sottoscrizione. Anche in questo caso si parla di “tetti” massimi: l’intermediario potrà farvi pagare fino a: 5, 10, 20 e 30 centesimi a seconda della scadenza del BOT (rispettivamente: durata inferiore o pari a 80 giorni, tra 81 e 170 giorni, tra 171 e 330 giorni, pari o oltre 331 giorni).

7. Comunicazioni sui Bot

Quando ricevete la comunicazione di avvenuto acquisto di BOT fate attenzione, perché essa deve indicare, oltre al capitale nominale dei titoli sottoscritti, anche

  • prezzo medio ponderato dell’asta,
  • ritenuta fiscale pagata sugli interessi (sia in percentuale, sia in valore assoluto),
  • commissione eventualmente applicata (sia in percentuale, sia in valore assoluto),
  • prezzo totale di vendita (comprensivo di ritenuta ed eventuale commissione) ed il corrispondente tasso di rendimento annuo.

8. Nessuna commissione per CTZ, CCT e BTP

Per i titoli di stato diversi dai BOT non si paga nessuna commissione! Quest’onere spetta infatti all’emittente, cioè il Ministero dell’Economia. Questo vale anche se il vostro intermediario non ha partecipato direttamente all’asta.

9. Prezzo CTZ, CCT e BTP

Allo stesso modo dei BOT, anche per titoli di Stato come CTZ, CCT e BTP il prezzo di aggiudicazione dovrà essere ben pubblicizzato dagli intermediari e la comunicazione dell’avvenuta assegnazione dovrà anche indicare ogni dettaglio della transazione. Ovvero:

  • prezzo di aggiudicazione,
  • prezzo di aggiudicazione al netto dell’imposta fiscale,
  • dietimi di interesse netti,
  • prezzo totale di vendita,
  • corrispondente tasso di rendimento annuo.

10. Tassazione

Il rendimento dei titoli di Stato è sempre soggetto ad una aliquota fiscale. Questa verrà applicata al momento dell’acquisto per i BOT, mentre per gli altri titoli al momento del rimborso. In questa fase l’investitore dovrà stare molto attento, perché qualsiasi tipo di imposta applicata ad un deposito o conto corrente bancario dovrà indicare esplicitamente l’articolo di legge a cui si riferisce. Ricordate che le operazioni di sottoscrizione in asta dei titoli di Stato non sono soggette ad alcuna tassa o commissione, al di fuori di quelle che riguardano i BOT.

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